giovedì 14 luglio 2016

Tempo ordinario…

Un mese di giugno ostico che mi ha un po’ stordito. Riprendo con calma la vita ordinaria…in attesa di giorni e avvenimenti più stimolanti.

Viaggio a Kinshasa, dal 10 al 24 giugno.

foto d’archivio con il Ministro Maker Famba
Era in programma da parecchio tempo, ma la presenza degli operai mi aveva sempre impedito di realizzarlo. Premessa. Dal 2008 sono responsabile delle scuole cattoliche del territorio di Mambasa. Questo  impegno mi ha portato a contattare le autorità locali e soprattutto i responsabili nazionali dell’Insegnamento, per avere l’autorizzazione di apertura di nuove scuole  e per inserire nel bilancio statale il dossier dei nuovi insegnanti. E’ sempre stata una battaglia dura, fatta di tante speranze, promesse e qualche risultato. Forse sono stato ingenuo, ma mi sembrava logico e normale prendere le parole di un Ministro e/o di un direttore generale come… parole sacrosante! Qualcuno, anche al Ministero dell’Educazione nazionale mi metteva in guardia contro le promesse dei “politici”, ma  preferivo stare dalla parte della speranza e dell’ottimismo fino alla fine.

Mi preparavo a questo viaggio con  la certezza che questa volta saremmo arrivati a una conclusione positiva e soddisfacente. Il motivo? Avevo avuto due contatti telefonici con il Ministro: la prima volta mi aveva chiamato lui stesso e mi chiedeva se il problema del salario degli insegnanti non pagati era  stato risolto. Alla  mia risposta negativa si era stupito e mi aveva chiesto ancora le coordinate delle scuole interessate. La seconda volta, il 30 aprile, giornata  nazionale dell’Insegnamento io l’avevo chiamato  per fargli gli auguri e per assicurarlo della mia preghiera per lui e il suo lavoro, e lui di rimando mi aveva  di nuovo garantito il suo impegno  di seguire personalmente i dossier. Ero quindi
Il Ruwenzori, la foto non da merito ma almeno vi fate un'idea
partito per Kinshasa con tanta fiducia, accresciuta e collaborata dal fatto  che avevo viaggiato   verso la capitale   assieme al governatore della regione (Ituri), Abdallah Pene Mbaka, un “ragazzo” di Mambasa che ho visto crescere, con il quale siamo sempre stati in amicizia,  e mi aveva proposto di incontrare assieme il Ministro. Lui avrebbe predisposto questo incontro. Io dovevo solo aspettare una sua chiamata. Risultato: ho aspettato due settimane  invano. E’ vero: il mio viaggio a Kinshasa ha coinciso con gli Esami di Stato e quindi il Ministro aveva degli impegni più importanti, ma io non potevo aspettare indefinitamente. Per fortuna ho avuto altri incontri, più positivi, con i funzionari del Ministero dell’Educazione e con l’Ambasciatore dell’Ordine di Malta che ci aiuta a sdoganare merci e veicoli. Piccola soddisfazione: questo viaggio mi ha permesso di passare accanto al Ruwenzori (5019 m.) e di ammirarne ancora una volta la bellezza.

Ritorno con…sorpresa.

La strada Mambasa-Nduye: ci sono ancora molti progressi da fare
Ero di ritorno a Nduye il 25 giugno, 51° anniversario della mia ordinazione sacerdotale. Di passaggio a Mambasa ho avuto una bella sorpresa. Mi aspettavano cinque personaggi “che contano”: due tedeschi, un francese, un ugandese e un congolese (sembra una barzelletta NDR),  quest’ultimo responsabile della Riserva degli Okapi a Epulu. Tutti gli altri quattro fanno parte di una organizzazione tedesca : Deutsche Welthungerhilfe (per un mondo senza fame). Sono venuti per “monitorare” la strada Mambasa-Nduye ed assicurarmi che all’inizio del prossimo anno inizieranno i lavori di riabilitazione garantendo anche la manutenzione regolare  e costante  della medesima. I  tedeschi sono venuti apposta da Francoforte per questa missione e per incontrarmi. Mi hanno detto anche che il finanziamento sarà fornito dal governo federale! Se anche i tedeschi mi tradiranno… ci dovremo rassegnare. Il colloquio con la  delegazione si è protratto a lungo ma, pur sapendo che avrei incontrato la pioggia, sono partito verso sera da Mambasa. Sono giunto a Nduye a notte fonda e non vi dico in quale stato, ma hapana maneno (non importa!) Anche quest’anno il 25 giugno è stata una giornata positiva!

Il 26 giugno: Una bella festa a Nduye.

Un bel gruppo di ragazzi e ragazze (27) hanno ricevuto il Battessimo e la Prima Comunione, dopo una preparazione durata due anni. Giornata di canti, grida, di promesse solenni! Anche qui però, come il Italia, si pone il problema del poi, della perseveranza. Io spero sempre che il Seme non muoia mai del tutto e che lasci un po’ di nostalgia anche in coloro che si allontanano.

 

 

 

 

Non è un trofeo.

Da alcune settimane  gli abitanti vicino alla missione si lamentavano della morte di capre, galline, anitre, di cui purtroppo  si scoprivano i resti al mattino davanti a casa o addirittura nei recinti. Tutti conoscevano la causa, ma per vari motivi nessuno osava intervenire. Ma c’è un limite a tutto. Il responsabile di questi misfatti, il leopardo, si faceva sempre più spavaldo e arrogante. Venerdì 1 luglio verso le 14,30 è arrivato dietro la nostra casa  e passeggiava tranquillamente in mezzo agli ananas e alle piante di papaia. Evidentemente i bambini, che non mancano mai attorno alla missione, hanno cominciato a gridare e l’ospite se ne è andato tranquillamente dileguandosi fra i cespugli e gli alberi in cima alla collina.
Il "Chiui", quello che noi chiamiamo leopardo
Alle 17 è riapparso sempre allo stesso posto mettendo in imbarazzo i tre ragazzi che a quell’ora di solito vengono ad innaffiare l’orto. Il sabato e la domenica sono passati tranquillamente e il “chui” (si pronuncia ciùi) non si è fatto vivo. Lunedì  mattina  davanti al pollaio e alla cucina c’era uno spettacolo desolante: resti di galline e anitre, piume dappertutto. Ci restava una sola cosa da fare. La sera, una piccola trappola, con un cappio d’acciaio era pronta accanto al pollaio vuoto perché le quattro galline superstiti avevano trovato rifugio sugli alberi. Il martedì mattino, il chui non era più in grado di nuocere. Sembrava dormisse. Io, che sono solo alla missione in questo periodo, non ho sentito nulla. Se ne è andato senza disturbare. Non è certo una vittoria ma purtroppo in questi casi, e succede sempre più spesso, la gente è lasciata in balia di se stessa e non c’è nessun risarcimento per gli animali uccisi e sbranati ed ha sempre più paura perché le loro “case” non presentano nessuna protezione. Ultimamente un leopardo si aggirava fra le capanne dei Pigmei facendo razzia delle poche capre che questi poveri custodivano come un bene prezioso.
Ci sarà un modo per arrivare a una convivenza pacifica?
Aspettiamo suggerimenti!

2 commenti:

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  2. La speranza non muore mai. E se le promesse vengono dal governo tedesco, credo che tu, Mupe, e la gente che vive lungo la strada per Nduye, potete farci seriamente affidamento.
    Ed è sicuramente merito tuo se, con la capacità di persuasione che ti contraddistingue, anche i "freddi" teutonici hanno deciso di muoversi.
    Una volta sistemata la strada, Nduye potrebbe diventare un piccolo paradiso "raggiungibile".
    Per adesso è solo difficile arrivarci, ma chi ha visitato il posto ha grande nostalgia delle colline, del fiume, delle stelle (parlo per esperienza personale).
    Ciao Mupe!

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