lunedì 7 dicembre 2015

E venne…Francesco! E disse: Mungu abariki Kenya

Mi rendo conto che sono passati parecchi giorni dalla mia ultima apparizione sul blog. Una delle ragioni è questa: dal 22 novembre sono praticamente solo alla missione. Non è proprio esatto: solo come sacerdote; infatti  c’è con me un altro italiano, fratel Renato Cavaliere, di Castelgomberto. E’ un fratello coadiutore, in Africa dal 1963! Ha sempre fatto il falegname e qui a Nduye insegna questo mestiere a un  piccolo gruppo di Pigmei. E’ di una regolarità svizzera. Levata alle 5,30. Dopo la Messa va nell’atelier; ci resta fino a mezzogiorno… Sale alla casa per il pranzo e ritorna nel suo laboratorio fino alle 15.
Un  giro di ispezione e di pulizia  nei suoi vari orticelli sulla collina, doccia,  ed è il momento della preghiera e della cena. Alle 20,30… scompare. Prossimamente  vi manderò una foto, rubata, perché credo non sia molto amante della pubblicità.
Ma il centro del nostro interesse questa volta è un'altra persona , che è venuta qui vicino, in Uganda e nella Repubblica Centroafricana: Papa Francesco! Probabilmente ha sorvolato Nduye nel viaggio fra Kampala (Uganda) e Bangui (Repubblica Centroafricana). E’ il viaggio del Papa che ho seguito con più interesse anche  se  purtroppo non ho potuto soddisfare  la mia “curiosità” e l’ho visto in diretta poche volte. Per evidenti motivi di risparmio energetico accendiamo il gruppo elettrogeno solo in caso di necessità e alle sera dopo le 18,30. Mi sono un po’ rifatto leggendo i discorsi e da questi ho stralciato alcune frasi che mi hanno fatto riflettere. Mi auguro di conservarle nel cuore e che mi guidino…
  1. Cosa ho provato ascoltando le testimonianze dei giovani a Kangemi? –“ Ho sentito dolore… Un grande dolore!” 
  2. “L’Africa è vittima. L’Africa è sempre stata sfruttata da altre potenze. Dall’Africa venivano in America, venduti, gli schiavi. Ci sono potenze che cercano solo di prendere le grandi ricchezze dell’Africa ma non pensano ad aiutare a far crescere il Paese, che possa lavorare, che tutti abbiano lavoro. Lo sfruttamento”. 
  3. “Non smettete mai di piangere. Quando a un sacerdote, a un religioso, a una religiosa si seccano le lacrime, c’è qualcosa che non funziona. Piangere per le proprie infedeltà, piangere per il dolore del mondo, piangere per la gente che è scartata, per i vecchietti abbandonati, per i bambini assassinati, per le cose che non capiamo”… 
  4. “Fra i poveri, mi sento a casa mia…” 
  5. “Vorrei darvi un messaggio che viene dal mio cuore per voi: che mai vi allontaniate da Gesù. Questo vuol dire non smettere di pregare. “Padre, però, qualche volta è così noioso pregare… Ci si stanca, ci si addormenta…”-  “Va bene, dormite davanti al Signore: è un modo di pregare. Ma restate lì, davanti a Lui. Pregate! Non lasciate la preghiera. Se un consacrato lascia la preghiera, l’anima si secca, si inaridisce come i rami secchi: sono brutti, hanno un  aspetto brutto. L’anima di una religiosa, di un religioso, di un sacerdote che non prega, è un’anima brutta! Perdonatemi, ma è così…” 
  6. Tutti coloro che si sono lasciati scegliere da Gesù è per servire: per servire il Popolo di Dio, per servire i più poveri, i più scartati, i più emarginati dalla società, i bambini e gli anziani… Lasciarsi scegliere da Gesù è lasciarsi scegliere per servire e non per essere serviti… 
  7. Mi emoziono quando saluto, dopo una Messa, un sacerdote, una religiosa che mi dice: “Sono 30, 40 anni che sono in questo ospedale di bambini autistici o che sono nelle missioni dell’Amazzonia, o che sto in questo luogo o in quest’altro…” Mi tocca l’anima. Questa donna o questo uomo ha capito che seguire Gesù è servire gli altri e non servirsi degli altri. 
  8.  “Il cammino di Gesù è iniziato in periferia, va dai poveri e con i poveri verso tutti…”

Oggi pomeriggio ho voluto fare un gesto concreto di vicinanza e di fraternità.  Sono andato in un “campement” (così si chiama qui il villaggio dei Pigmei). Mi accolgono sempre con gioia spontanea, mi considerano  uno della loro famiglia e della loro tribù.  Ho portato un po’ di sale.  Sono stato con loro più di un ora. C’erano tanti bambini… e una  marmitta sul fuoco:  una sola! Dentro bollivano  foglie di manioca (sombe!), senza nessun  condimento e senza sale: questo lo hanno aggiunto quando gliel’ho dato io. Sarà il loro unico pranzo oggi. Mi domandavo: cosa farebbe per loro Gesù? Cosa farebbe per loro Papa Francesco?

Mi sono sentito tanto piccolo e impotente.

4 commenti:

  1. Papa Francesco parla di Voi, Missionari, Sacerdoti e Suore, Laici che offrite ogni giorno la vita per gli altri, con passione, con forza straordinaria, con pazienza, con infinita capacità di comprendere le miserie, le mancanze degli altri, i difetti. Correggendo, infondendo speranza, medicando le tante ferite dell'anima e del corpo.
    Siete la prova vivente che non c'è solo questo piccolo mondo, che un Amore grande ci aspetta dietro l'angolo.

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  2. Caro padre Silvano lei è stato un angelo per i Pigmei dai quali si è recato. La provvidenza si è manifestata anche in quel poco sale che Lei ha donato con tutto il cuore. Di certo quel cibo, (seppur povero) sarà stato per loro un manicaretto.

    Grazie per tutto ciò che riesce a fare in mezzo a tante difficoltà e da parte mia mi impegno a pregare per Lei (come sarò capace) affinché Lei possa portare a termine tutti i Suoi progetti magari anche con qualche aiuto effettivo. Buona settimana e un abbraccio con il cuore.Paola Fassina

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  3. Grazie per le preziose riflessioni che condivido pienamente in tanta unione di preghiera. Anche nelle periferie romane c'è tanta "miseria", ma ben diversa da quella estrema di dei nostri amici PIGMEY. Auspico che tu, voi possiate sentire l'efficacia dell la nostra "preghiera di vita".
    Un grazie a Renato e a quanti in modo diverso s'impegnano per i bisogni della Missione di Nduye.
    Con l'occassione auguro a tutti "BUON NATALE".

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  4. Sono imperdonabilmente in ritardo per gli auguri di Natale, ma non per commuovermi di fronte alle situazioni che vivete li.
    Per sentire vergogna di tutto il nostro BEN di Dio di fronte a chi manca anche il sale.
    Spero nella misericordia di Dio nei miei confronti, perchè non faccio nulla per poter cambiare la situazione li da voi. Prego perchè il Signore Protegga VOI E PAPA FRANCESCO, quando l'ho visto alla messa Natalizia ammalato mi è venuta una tremenda paura.
    Lo amo come un mio famigliare stretto e per Lui come per Voi invoco la protezione di GESU' e di MARIA nostra MADRE affinche possiate portare avanti questo percorso molto difficile per il mondo intero. Caro Padre Silvano, la situazione di Andrea non è cambiata, stiamo sempre aspettando che il tempo passi per vedere i risultati dell'ultimo intervento che può richiedere anche due anni. Anche noi abbiamo bisogno di aiuto per continuare a sperare.
    Un abbraccio con sincero affetto e TANTISSIMA STIMA
    Vittoria

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