martedì 5 gennaio 2016

L’Epifania, tutte le feste (le) porta via…

Questo proverbio aveva un  peso e un significato quando eravamo ragazzi noi, quelli dell’ante-guerra. Natale, Capodanno, Epifania si avvertivano anche a tavola e ..nel corredo. Oggi la differenza è meno visibile. Qui lo è ancora… In questi giorni si sente un clima di euforia e non è raro di assistere a qualche eccesso, per fortuna un po’ lontano dalla missione. I Pigmei, la sera, sono più scatenati del solito: probabilmente esorcizzano la loro povertà. E’ stato un periodo bello, pacifico con dei momenti intensi di preghiera e di fraternità. Prima di Natale ne ho combinata una delle mie. Anticipo il vostro giudizio: “Esagerato!”. Lo sapete che i nostri amici Pigmei vivono alla giornata e quello che ricevono oggi lo consumano oggi, anzi  spesso lo hanno già consumato, indebitandosi. Allora la settimana prima di Natale ho detto al mio “gerente” Jean Paul: prendi a lavorare tutti i Pigmei che si presentano. Mi ha preso in parola! Il 24 dicembre, verso mezzogiorno, Jean Paul mi ha presentato la lista e il totale da pagare! Centosessanta persone! Certo le tariffe qui …si modulano sulla  statura e non  ci sono i sindacati. Io stesso mi sono un po’ rimproverato, ma ho trovato una giustificazione nella parabola del Vangelo in cui si racconta di un Padrone Buono  che va lungo le strade, davanti ai bar e dice a tutti i disoccupati e sfaccendati : “Perché state qui   senza  far niente? Andate anche voi nella mia vigna…”.
Mi sono consolato quindi anche se poi , passato Natale ho avuto  una piccola delusione. I pochi commercianti di Nduye mi hanno detto: “ Padre, purtroppo quello che hai dato ai Pigmei è andato quasi tutto in bacco e tabacco” Nel Vangelo non si dice come quei “giornalieri” abbiano speso i soldi ricevuti dal Buon Padrone. Ma non disperiamo mai.

La notte di Natale è stata bella…Avevo messo dei flambeaux a fianco della  strada che porta alla
chiesa e quelle luci soffuse e policrome ti facevano sentire meno dura la salita e ti guidavano. Non so  se sia dovuto a questa atmosfera o qualche altro fenomeno (plenilunio), fatto sta che per la prima volta la celebrazione non è stata disturbata da nessun grido o esclamazione extra liturgica. Ricordo che una volta a Mambasa, la notte di Natale, mentre dicevo che Gesù ci ha rivelato un Dio, Padre Buono, nell’assemblea si è levato un grido possente: “Bongo!” (bugia!).  Certo non era l’angelo che annunciava la Buona Notizia ai pastori. C’è sempre un po’ di ansia, ma tutto è andato bene. E questo si è ripetuto il 27 dicembre, giorno della Santa Famiglia che ormai celebriamo con una certa solennità, invitando tutte le coppie che ricordano i vari lustri di matrimonio. Commovente e gratificante la processione dell’offertorio. Evidentemente non può mancare il pranzo comunitario sempre partecipato e rallegrato da una abbondante libagione di “grappa” locale…a mio gusto imbevibile. La sera del 31 dicembre un bel numero di cristiani ha partecipato alla veglia di passaggio fra il ‘15 e il ’16 e anche questo momento di preghiera e di ringraziamento non è stato disturbato da nessun incidente.
Oggi qui in Congo anticipiamo la Solennità della Epifania, e domani riprendiamo il nostro cammino
ordinario. Per me si annunciano giorni di  fuoco e ho paura che i vari consigli che ricevo, di andare piano, per almeno un po’ saranno messi da parte. Abbiamo tanti progetti per il 2016. Il primo e il più impegnativo  è quello di rendere funzionate il convitto per i bambini Pigmei. Sulla base di foto dei  vari  edifici interessati, gli amici di Curtarolo hanno fatto questo disegno. Grazie Roberto e Emanuele. Adesso bisogna passare ai fatti!
Spero trovare il tempo di spiegarvelo bene. Vi dico solo che l’edificio di destra che comprenderà il dormitorio, il refettorio e una sala di studio è già finito e anche - sulla destra- ,  i box dei  lavandini, docce, WC  sono pronti. Il materiale  idraulico è già a Beni e…aspetto Giuliano e Francesco per installarlo. L’edificio di sinistra (ex atelier di falegnameria e di meccanica di padre Bernardo Longo) sta per essere ristrutturato e ospiterà la falegnameria, la sala di taglio  e cucito, un laboratorio per “impagliare” (usando liane robustissime), la riseria e vari depositi…e l’acqua del tetto rifornirà la cisterna di riserva d’acqua. Il resto lo capite!
Qualcuno mi ha detto. “ Silvano, voli alto…” Una domanda: “ ma questi nostri fratelli devono sempre restare così?” Cosa ne pensa Papa Francesco? Se andare “alla periferia  della società” – e qui siamo alla periferia della periferia - significa solo venire e guardare, allora sono fuori strada. Ma questa si chiama indifferenza, parola che non piace a Papa Francesco!  Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa LUI! Ho scritto a  “don” Piero Parolin! (Per gli amici è sempre “don Piero”!)  So che ha ricevuto la mia lettera. Se mi risponde, vi farò sapere qualche cosa!

Ciao e auguri di un ANNO BUONO! e se volete, passate parola. Grazie!

PS: Oggi 3 gennaio ore 16,30 un regalo della...Befana: 7,10kg dal fiume Nduye!

6 commenti:

  1. La casa delle suore, la scuola, l'atelier di meccanica e falegnameria. Questi i progetti di Padre Bernardo Logno, pensati e realizzati. Non sogni, ma opere concrete, funzionali e.. fatte! Mupe Silvano segue la stessa strada e ci stupisce, ancora una volta. Vedrete, mentre ci stà parlando i lavori fervono, gli operai si mettono all'opera sistemando i muri, montando le nuove capriate, e poi il tetto, la cisterna per l'acqua. Tra qualche settimana una foto dimostrerà che gli edifici tanto cari a Padre Longo sono rimessi a nuovo. A noi rimane il compito di spalancare gli occhi, di meraviglia (come da bambini a Natale quando trovavamo i regali vicino al presepe o la calza il giorno dell'Epifania). La missione di Nduye sta tornando a splendere, grazie alla Provvidenza e alle tante capacità di Padre Silvano. Buon Anno Mupe Silvano, a te a alla tua gente.

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    1. Bongoooooooooooo!!?!?!?!?!?

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    2. ...Ricordo che una volta a Mambasa, la notte di Natale, mentre dicevo che Gesù ci ha rivelato un Dio, Padre Buono, nell’assemblea si è levato un grido possente: “Bongo!” (bugia!). Certo non era l’angelo che annunciava la Buona Notizia ai pastori...

      quella volta a Mambasa era stato un grido possente, magari qualcuno vicino a quello che aveva gridato lo aveva riconosciuto,

      questa volta invece, il bongatore è anonimo..

      ma le foto, le testimonianze di chi chi già è passato per Nduye e ha visto il procedere dei lavori ci sono, si chiamano Vescovo Janvier Kataka, Paola Sainati, Nico Giuliano ecc. ecc.

      non basta urlare bongo (bugia) per coprire la verità, nemmeno se si mettono tanti punti, punti e virgola.. due punti (cit. TOTO' PEPPINO e la malafemmina)

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    3. Caro Padre Silvano, con vera gioia apprendo dei progresi che la generosità altrui vi permette di fare. Non temere il grido BONGO, la verità è esplicita con i fatti da voi eseguiti e sono quelli e non le parole che testimoniano la verità.
      Noi stiamo al solito a volte più o meno angosciati per la salute di Andrea, siamo sempre in attesa di un miglioramento che ci aspettavamo gia, ma purtroppo ancora non c'è. Speriamo sempre in Dio, Lui ci aiuterà a portare questo peso che dopo 18 mesi, è diventato troppo pesante a volte mi sembra di non riuscire a sopportarlo oltre, ma poi per forza si va avanti. Oggi Ilaria mi ha chiamato per fare domenica prossima una vendita di torte, mi impegnerò al massimo, così felice di poter aiutare anche voi, mi sentirò un pochino utile anch'io.A presto un abbraccio con affetto e tanta stima Vittoria e Vanni

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  2. Grazie per le "buone notizie"; non aver paura di "volare troppo in alto", anche le persone di Nduye hanno diritto di una "dignità integrale. Buon lavoro per i progetti in corso, non dimenticare la realizzazione della "Scuola Materna" tanto necessaria per rendere possenti, sicure, efficaci le "Radici di una Società".


    Ciao.

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  3. Caro Padre Silvano, grazie per la risposta, mi fa piacere poter dialogare con te anche se siamo tanto distanti, le tecnologia ci ha regalato la possibilità di parlare a distanza e poter attingere forza e coraggio per andare avanti. E' vero voglio molto bene a Papa Francesco, in Lui ritrovo ciò che Gesù predicava nel Suo Vangelo e lo mette in pratica seppur con tante avversità e fatica.
    Sempre nel mio pensiero ogni uomo che dona la sua vita a Dio avrebbe dovuto essere come Lui e come Te, sempre Ti porto nel mio cuore con tantissima stima per il sacrificio della tua vita VERAMENTE DONATA AGLI ULTIMI, puoi ben dire:- io l'ho fatto senza che fosse un Papa a chiedermelo,Ho dato tutto me stesso per loro-
    Ma ciò che più mi è di esempio, è l'umiltà con cui dai, con l'amore e la serenità con cui affronti i problemi quotidiani che sono montagne da scalare, però nulla ti scoraggia, nulla ti ferma e ti fa dubitare della riuscita, Tu parti e vai e si sente che hai per compagno di volo Gesù, che confidi in Lui, da sempre lo hai fatto ed è per questo che sei arrivato tanto in alto, Lui non ti ha mai deluso al punto di farti ritornare sui tuoi passi e dubitare del risultato finale.Quando tu parli della tua Missione qui da noi ci rendi partecipi delle tue traversie, lo fai con una serenità tale, che ci trasmetti la stessa sensazione, sembra facile ogni cosa se fatta con l'aiuto di Dio, anche la peggior guerra con il tuo esempio, diventava a poco a poco una pace fra nemici. Ricordo l'insediamento delle due etnie rivali nella tua Missione in occasione di un conflitto che non si sparavano nel tuo quartiere. Perchè oggi il mondo non riesce a fare quel piccolo ma tanto GRANDE MIRACOLO, di comunicare, di smettere di spararsi a vicenda, a vivere in pace?
    Sarebbe tutto più semplice, e la pace mi rendo conto oggi non ha prezzo, perchè non esiste più.
    Servirebbero tanti come te, disposti a sacrifici a rinunce di agiatezza, come esempio per tutti.
    Grazie per essere nei tuoi pensieri, per le preghiere per Andrea, che oggi è stato qui da noi, ma il tutto è sempre fermo li, siamo sempre in attesa di quel miracolo.
    Ti auguro BUONA EPIFANIA, che Gesù ti protegga sempre, come Papa Francesco.
    E aiuti tutti noi ad essere portatori di pace anche nel nostro piccolo, con il vicino di casa o il povero che bussa alla porta del nostro cuore e noi ora non lo apriamo più per paura, paura del diverso per tutto ciò che accade ogni giorno nel mondo.
    Spero che ci aiuti a superare questa paura e a dare con amore anche se poco, ma con il cuore in mano come Te e come Gesù ci ha insegnato.
    Un abbraccio forte caro Padre Silvano, con affetto e tantissima stima.
    Vittoria


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