giovedì 18 febbraio 2016

Insieme per far nascere la speranza

16/02/2016
Sono a Beni in casa di un amico italiano, direttore di un birrificio. Ho un momento di sosta e ne approfitto per ristabilire il contatto…in previsione di un altro lungo silenzio. Venerdì infatti ritorno a Kampala per accogliere: Francesco, Franco, Giuliano, Claudio e Luciana. La presenza dei volontari è una ricchezza, ma anche un impegno: di presenza, di assistenza, di…programmazione. Basta poi che uno di loro stia poco bene perché  la tensione  salga fino a divenire apprensione e ansia.


 E’ successo anche durante la presenza dei quattro volontari trentini, ma  tutto si è risolto bene. Giuseppe, Maurizio, Flavio e Diego sono rientrati in Italia il dodici febbraio. Come al solito li ho accompagnati fino a Kampala. Sabato, 13 febbraio sono rientrato a Beni e ieri ho svuotato il container: non è stata una fatica da poco. Le macchine della falegnameria erano a contatto l’una con l’altra e farle uscire senza danni è stato un problema, ma ci siamo riusciti. Oggi abbiamo caricato quasi tutto il materiale “strategico” sul camion di un nostro amico (e benefattore) Kambale Syauswa Pascal, meglio conosciuto come Mangolo. Se tutto va bene, il camion sarà questa sera  a Mambasa e fra due o tre giorni le macchine della falegnameria, il necessario per l’istallazione dei pannelli, il gruppo elettrogeno e la macchina scorticatrice…arriveranno a  Nduye, dove è già arrivata una buona parte del materiale…in attesa di Francesco, Giuliano, Franco, Claudio e Luciana che arriveranno a Kampala domenica 21. Per me inizia un altro tour de force…ma che porterà i suoi frutti, come li ha portati , abbondanti e belli la presenza di Giuseppe e amici! Cosa hanno fatto? Prima di tutto hanno vissuto e lavorato con la gente in rapporti di amicizia, di rispetto e di collaborazione. Mi ha fatto piacere sentire il loro apprezzamento sul lavoro dei falegnami, con i quali hanno lavorato più direttamente e dei muratori…
Hanno costruito tre aule e l’ufficio della suora direttrice. Uno stile nuovo e di rapida esecuzione. Dei  pilastri di legno (di un legno molto duro e resistente); la base in blocchi cemento  fino a un metro di altezza…e poi  le pareti di perline. Non ci sono ancora le porte e le finestre – sarà il primo lavoro da fare al mio ritorno che coinciderà anche con il ritorno degli operai che in questo momento sono nelle loro famiglie a Mambasa e a Beni…ma tutto lascia prevedere che il risultato  non stonerà con le aule costruite negli anni cinquanta da padre Bernardo.
Il due febbraio  abbiamo collocato una statua della Madonna nella nicchia della grotta che si trova vicino alle scuole. I nostri amici le hanno preparato un bel piedistallo e hanno partecipato con gioia alla celebrazione della benedizione .
Hanno voluto lasciare le loro impressioni . Faccio solo copia- incolla,  lasciando ad ognuno la responsabilità e le conseguenze di quanto hanno scritto.
Giuseppe, Maurizio, Flavio e Diego: “grazie di cuore, e…arrivederci”!

Giuseppe:
Un mese ad Nduye in Congo,  un esperienza di vita indimenticabile per:
1- aver convissuto con Padre Silvano, missionario di incrollabile fede ed uomo i cui valori si manifestano nel fare quotidiano. Sempre positivo e trascinatore, oltre ad essere un gran narratore e conoscitore di vita vissuta.
2- aver realizzato in comunione con gli amici congolesi qualcosa di utile per i bambini in particolar modo quelli di etnia pigmei, ultimi fra gli ultimi. La costruzione di alcune casette da adibire ad aule è stata un'idea-progetto di Padre Silvano che mi ha dato una grande soddisfazione.
3- aver potuto vivere questi giorni a contatto con una natura bellissima ed incontaminata che mi ha dato tranquillità d'animo ed equilibrio di spirito.
Ringrazio Dio per avermi dato la salute e questa opportunità.
ARRIVEDERCI, spero, ad un altr'anno . Ciao Padre  Silvano.

Flavio:
Caro padre Silvano,
Eccomi qua a riflettere sul mese di missione in sua compagnia.
Il giorno dell’ arrivo pensavo veramente di essere alla canne...del gas ! un viaggio veramente lungo e faticoso; non ero preparato a tanto.
Una volta qui però,  eccoci in una conca felice, un'oasi  verde in mezzo al verde, un posto quasi magico,  un paradiso dove ho colto molte impressioni fra le più  forti in questi tempi, per quanto  mi riguarda. Ho imparato da lei che la fatica e lo sforzo sono sempre relativi e ognuno le pesa con il proprio spirito e forza spirituale. Credevo che nella vita avessi fatto molto più  di quello che sarebbe stato sufficiente per vivere e la fatica che mi sento sulle spalle fosse più  che giustificata. Lei invece alla sua età  ha ancora un sacco di progetti e l'entusiasmo  che esprime è  ancora quello di trent’anni fa. Quindi non è  tanto la fatica profusa in vita che conta, ma lo scopo di un tale impegno. Nel suo caso è  aiutare gli ultimi, nel mio caso è  solo un eventuale accumulo di ricchezze, inutile e vuoto.
È  stato quindi molto edificante aiutarla nel suo lavoro, per quel poco che abbiamo potuto fare. Lei mi dato molto e a differenza delle mie altre quattro missioni, ho imparato ad avere nuovi stimoli, perché no?, nel volontariato. Certo c'è anche F. molto importante per me! È  chiaro che ci sono un sacco di impegni in Italia che devo assolutamente onorare, ma sono sicuro che troverò  presto una soluzione e d’ora in poi  presterò molta più  attenzione alla povera gente.
Un grande  grazie per quello che mi ha lasciato con la sua "semplicità"  e simpatia. un abbraccio!

Diego :
Nduye, una radura immersa nella foresta, così si potrebbe definire il luogo dove siamo capitati.
Abbiamo cercato di aiutare questa comunità a crescere, costruendo delle nuove classi per l’insegnamento. Non ci sembra giusto che l’infanzia debba privarsi della dignità elementare della decenza: anch’essa ha diritto ad una struttura degna di essere chiamata scuola.
Abbiamo lavorato, sudato, pensato e costruito insieme a questa gente; il risultato ora è visibile e concreto, ma lo è ancora di più dentro di noi.



6 commenti:

  1. Che bello aprire la tua pagina e riempirmi il cuore di queste notizie che mi insegnano tanto e mi riempiono la mente di speranza. E' confortante sapere che ci sono ancora persone come tutti voi, anche se siete DINOSAURI IN ESTINZIONE. Qui ad ogni pentola a cui viene tolto il coperchio, ci riversa solo corruzzione, furti, omicidi. Per tua fortuna da li non ti giungono tutti questi obbrobri.
    Invidio quelli che possono venire li ad aiutarti, se la mia salute me lo permettesse lo avrei gia fatto, ma serei una di quelle che per intolleranze e problemi vari, ti creerebbe ANSIA, per cui mi accontento di leggere le tue notizie e fare poco anche qui perchè abbiamo sempre il solito problema che tu sai, nulla di nuovo e aspettiamo con fede, a volte con disperazione che passi il tempo e qualche cosa accada. Oggi abbiamo un bellissimo giorno di sole, ma nel mio cuore c'è un buio pesto.
    Un abbraccio Padre Silvano e Dio ti protegga sempre, quello che fai è GRANDE, GRANDE, GRANDE.
    con affetto Vittoria

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    1. Cara Vittoria, sono a Kampala per accogliere il nuovo gruppo di...DINOSAURI. Non sono così pessimista: penso che ci sarà sempre qualcuno che continuerà a credere, a seminare la speranza. Coraggio. Stasera pregherò il rosario per te e tutte le tue intenzioni. Un abbraccio...e grazie del sostegno. Fa bene al cuore...e ci aiuta a continuare. Grazie

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  2. Continua il flusso di volontari che vanno e vengono da Nduye. Se notate, tutti partono convinti di "portare" qualcosa: la voglia di fare, la tecnica costruttiva, soldi, dolciumi, energia.
    Ma TUTTI, immancabilmente, tornano RICCHI.
    Perchè hanno vissuto in un luogo bellissimo, hanno conosciuto persone e stili di vita che non vediamo mai in televisione (e se una cosa non si vede in televisione non esiste..), perchè hanno condiviso l'impegno di Mupe (P. Silvano Ruaro), un "maturo" missionario con uno spirito da giovincello, perchè.. Nduye merita di essere visitata e, anzi, vissuta.

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  3. Caro Padre Silvano, io mi associo a quanto detto da Emanuele. Sono certa che si parta da casa con delle aspettative che, poi, si realizzeranno in maniera centuplicata. Mi piacerebbe immensamente fare parte di un gruppo là sul posto, in mezzo a voi e poi mi chiedo:non sarò troppo di intralcio per la mia età? Riuscirò a non procurare ANSIA? Per ora cerco di assecondare (nel mio piccolo) le iniziative Di Emanuele sperando possano dare utilità. Per ora la saluto con affetto e le mando un grande abbraccio. Paola

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    1. Grazie a coloro che hanno il coraggio di venire allo scoperto. Altri preferiscono inviare le loro impressioni via mail, con un messaggio. Grazie a tutti. Emanuele ha colto un elemento importante di queste esperienze. Di solito, nei volontari c'è un desiderio, un'ansia, espressa, o celata, ma che inevitabilmente traspare, di fare il più possibile, di dare...di non perdere tempo.
      Ringrazio i 4 Trentini doc, appena partiti e i volontari (3 vicentini, un cremonese e un bolognese)che sono presenti adesso per il loro atteggiamento di...stupore, di collaborazione, di serenità.
      E' un grosso regalo che mi aiuta a vivere la vita di ogni giorno, senza uno stress supplementare e che crea un rapporto di fraternità, di amicizia con gli operai e con la gente.
      E il sorriso e la gioia sono di casa in questi giorni a Nduye.
      Grazie

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  4. Viva i volontari!!! L'esperienza congolese di alcuni giorni resta nel cuore per tutta la vita! è davvero sempre molto bello leggere quello che scrivono coloro che sono passati lì dove anche noi, ormai qualche anno fa, siamo arivati....Nduye è stata sicuramente una tappa che ci ha segnato e che non possiamo dimenticare. Immagino come a poco a poco si stia arricchendo grazie al tuo contributo prezioso...un salutissimo Mupe e sappi che ormai siamo diventati onlus e che come prima idea per raccolta fondi abbiamo pensato ad una gita sulla neve (che finalmente è arrivata) Guarda qui www.avomi.it
    un abbraccione!

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