venerdì 22 gennaio 2016

Tanti motivi per continuare…

Oggi non posso dire che sono solo alla missione, anche se padre Jean Louis è partito  per Niania per un  incontro in preparazione al sinodo diocesano. Oltre a fratel Renato, inamovibile, ci sono qui quattro italiani: Giuseppe, Maurizio, Diego e Flavio. Fanno parte di un gruppo di volontariato con sede a Nave San Rocco (Trento). Un amico di lunga data, Luigi Nardon di Mezzocorona,  falegname di professione e  un habitué di Mambasa, ha segnalato a questo gruppo la mia nuova missione di Nduye e li ha talmente “caricati” che hanno chiesto di venire a vedere e a fare qualche lavoro. Segno che c’è ancora qualcuno che crede a quanto stiamo facendo. In fretta abbiamo combinato il viaggio e sono arrivati a Kampala lunedì 11 gennaio, alle 4,30 del mattino. Essendo la prima
esperienza congolese sono andato ad accoglierli e li ho presi sotto la mia protezione dal loro arrivo all’aeroporto di Entebbe. Avrebbero voluto continuare subito il viaggio, ma  io non potevo per due ragioni: avevo un appuntamento con il dottor Antonio Loro, padovano, che dirige un ospedale ortopedico a Kampala- CORSU -  a cui affido tutti i casi disperati, e un incontro con l’ambasciatore tedesco in Uganda. Al dottor Antonio ho affidato un bambino di Mambasa, ustionato al volto e alle mani in maniera molto grave.
Il dottore Antonio  è già riuscito a separare le dita delle mani per cui adesso, Daniele,  può prendere e  stringere gli oggetti. Mi auguro che possa anche fare qualcosa ridare  a Daniele un volto presentabile. A mezzogiorno sono stato ospite del  dr. Peter Blomeyer,  ambasciatore tedesco in Uganda, nella sua residenza. Un incontro molto cordiale. Ci siamo conosciuti a Mambasa nel marzo del 2013 quando è stato ospite della missione per alcuni giorni. In quel periodo era ambasciatore in  Congo. Lo stesso anno è stato inviato in Kosovo e da un anno è a Kampala. Siamo sempre rimasti in contatto. E’ stata una “cena” di lavoro, ma anche molto familiare. Infatti erano presenti: la mamma, di 91 anni, la moglie Sabine e la figlia adottiva, Emilia, di due anni, di origine kosovara-rom. Abbiamo parlato del Congo, di Mambasa, di Nduye che conosce bene perché ha visitato la foresta e ha “scalato” un inselberg  (una collina rocciosa  in mezzo alla foresta). Mi ha assicurato il suo impegno e il suo appoggio per ottenere un finanziamento per la riparazione della strada Mambasa-Nduye. E mi ha promesso che verrà a trovarmi, in forma privata.
Martedì mattina, con i quattro “esploratori” siamo partiti da Kampala. Erano le due di notte in Italia. Il tratto di strada ugandese è scivolato veloce sotto le ruote delle Toyota dei nostri due autisti ugandesi: Jamali e suo fratello. Ci siamo fermati  un momento all’equatore per una foto ricordo.In Congo, per loro,  sono iniziate le sorprese. Caos alla frontiera, strada dissestata e continui controlli. Siamo giunti a Beni, dalle Suore Orantes, alle 15. Accoglienza più che calorosa e sorridente. Alla sera, cena di amicizia in casa del signor Robert Ducarme. Mercoledì mattina, visita alla segheria, alcuni acquisti e foto davanti ai due container che aspettano i documenti di esonerazione per poter essere aperti. Il signor  Ducarme ha messo a disposizione il suo piazzale e i suoi depositi, gratis. Qualora i container fossero rimasti sui camion all’interno del recinto della dogana avremmo dovuto pagare 600 $ al giorno, per la sosta dei camion. C’è ancora gente generosa e disposta ad aiutarci. Il signor Ducarme mi ha aiutato moltissimo in occasione del nostro esodo a Beni durante la guerra 2002. Verso le undici siamo partiti per Mambasa  dove siamo arrivati, senza troppi problemi, a parte la decina di barriere e di controlli, alle 16 di mercoledì 13 gennaio. Giovedì 14 gennaio, viaggio epico verso Nduye. In parte sul vecchio Unimog e gli ultimi 15 kilometri in moto. All’arrivo una esclamazione : ”ma siamo arrivati  in paradiso! “

Speriamo non siano delusi.
Sono già al lavoro. Mi aiuteranno per la costruzione della cisterna per la raccolta dell’acqua e di tre aule in legno…
Grazie.

3 commenti:

  1. ciao padre Silvano. E' sempre un piacere leggerti. Buon lavoro a te ed ai tuoi amici !

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  2. habari gani Mupe? e se non te lo chiediamo qui!!! vedo che la vita all'equatore procede alla grande e soprattutto con Diego ci chiedevamo quanti hanno fatto questa foto, quanti grazie a te hanno avuto voglia di arrivar sin lì per conoscere e dare una mano alla tua missione! Dovremmo fare una collezione di questi volti fieri e sorridenti! :-) noi qui abbiamo fatto una bella assemblea e definito alcune prossime attività, tra cui una vendita di torte prelibate domani. Adeeso decido quale preparare e speriamo venga buona anche la mia :-) un salutone ed un abbraccio, a presto! Ilaria

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  3. Caro Padre Silvano, la torta di Ilaria era ottima, ne abbiamo preparate tante però per il successo avuto avrebbero dovuto essere molte di più. La prossima volta ci daremo più da fare, comunque erano fatte con tutto l'Amore pensando a voi.
    Noi stiamo sempre al solito, non cambia nulla e a volte ci prende lo sconforto.
    Poi penso al miracolo della vita salvata e riprendo il cammino con più serenità, però è molto dura.
    Mi ha fatto molto piacere vedere che chi ti aiuta non manca mai, il Signore condivide il tuo impegno e ti manda gli angeli per aiutarti.
    Un abbraccio virtuale, ma con tanto affetto Vittoria e Vanni

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