Nduye, 17 ottobre –
ore 21:10
Carissimi,
finalmente
sono arrivato.
Sono a
Nduye da alcune ore e, evidentemente, mi sento a casa mia e spero di restarci
ancora a lungo.
Sono
partito sabato scorso da Linate; la sera
ero a Kampala. Pensavo di ripartire martedì per il Congo ma non avendo ricevuto una valigia ho dovuto
aspettare che arrivasse. Recuperata la valigia la sera del martedì, mercoledì
sono partito per Beni.
Il viaggio fino al confine si è svolto come al solito bene e senza nessun intoppo. In macchina ho anche potuto riprendere il sonno che avevo bruscamente interrotto alle due di notte quando l’autista ugandese era venuto a chiamarmi.
Il passaggio della frontiera, a Kasindi, è sempre problematico. Sei assalito da un nugolo di agenti, poliziotti, doganieri, addetti al controllo dei documenti e dei bagagli. Devi stare calmo, sorridere, stare al gioco. E tutto si risolve in brevissimo tempo se dai mille o due mila franchi (uno o due dollari) oppure in maniera più sbrigativa se dai cinque dollari al capo dicendogli di dividere con i suoi colleghi. Se poi lo farà o meno è un’altra cosa.
Il viaggio fino al confine si è svolto come al solito bene e senza nessun intoppo. In macchina ho anche potuto riprendere il sonno che avevo bruscamente interrotto alle due di notte quando l’autista ugandese era venuto a chiamarmi.
Il passaggio della frontiera, a Kasindi, è sempre problematico. Sei assalito da un nugolo di agenti, poliziotti, doganieri, addetti al controllo dei documenti e dei bagagli. Devi stare calmo, sorridere, stare al gioco. E tutto si risolve in brevissimo tempo se dai mille o due mila franchi (uno o due dollari) oppure in maniera più sbrigativa se dai cinque dollari al capo dicendogli di dividere con i suoi colleghi. Se poi lo farà o meno è un’altra cosa.
Kasindi -
Beni è un tormento sempre: se la strada
è brutta rischi di impantanarti e perdere delle ore; se la strada è passabile,
arrivi a Beni con la testa rotta per i continui salti e sballottamenti. Qui un buon chauffeur è
quello che va più forte: se poi rompe la macchina o va fuori strada, o
disarticola ossa, collo, vertebre del passeggero, questo non è importante. Questa
volta sono incappato in questa seconda alternativa. Polvere, salti, finestrini spalancati: a Beni
ho chiesto subito alle suore di potermi
lavare e poi andare a riposare…La testa
scottava!
Venerdì
sono giunto a Mambasa, attraversando un
tratto di strada pericoloso.
Di frequente in questi giorni, i veicoli,
soprattutto i camion sono attaccati dai
ribelli (o dai soldati?) e bruciati. Ci è andata bene.
Stamattina
ero a Mambasa…e ho assistito a uno spettacolo che mi ha rassicurato e penso rassicurerà
anche voi. Ero all’Istituto Bernardo Longo, al momento dell’inizio della
scuola. Vi erano 650 alunni che ascoltavano il preside, padre Clemente che dava
consigli, istruzioni e concludeva con la preghiera. Rivivevo esattamente quello
che ho vissuto per oltre venti anni. La scuola continua e bene.
Bando
ai pessimismi!
Poi
sono partito per Nduye: cielo coperto,
pista da Camel Trophy. Ma ero
contento, dopo il pieno di soddisfazione e di ottimismo fatto al mattino.
A Bukulani ho visto i lavori della scuola che stiamo costruendo in ricordo di Giuseppe.
A Bukulani ho visto i lavori della scuola che stiamo costruendo in ricordo di Giuseppe.
A cinque kilometri
da Nduye mi attendeva una sorpresa:
una staffetta in moto. Austista e passeggero, armato di megafono, mi hanno
pregato di andare adagio…
La
gente era sulla strada, le donne danzavano, sventolando rami, vestiti e i
bambini correvano verso di me, incuranti della moto, per toccarmi la mano. Qui in basso
della collina, vicino alla grotta,
c’erano centinaia di persone, con il padre Jean Louis, le suore, le
autorità…Canti, e poi , in
processione, in chiesa, al suono delle campane.
Mi muovevo con naturalezza accettando questa manifestazione di simpatia: il sorriso e il calore erano spontanei.
Davanti alla casa ci salutiamo: ci diamo l’appuntamento alla
grotta per il rosario delle cinque (di stasera) e per La Messa di domani…Si
riprende.
Domani,
Signore mi ricorderà la mia missione fra
queste persone che sono alla periferia:
essere servo di tutti!
E’ un bel programma per l’inizio di questa nuova tappa della mia vita.
Sono certo che mi sarete vicini affinché possa realizzarlo.
Grazie
di cuore. Buon appetito. Ci sentiremo ancora presto.
Grazie Francesco! Hai aperto una finestra che ci permette di vedere quel luogo trasformato....e ci ricorda che
RispondiElimina"Lo Spirito di Cristo fa fiorire il deserto,torna la vita noi diventiamo testimoni di luce".
Cornelia
È come risalire in superficie dopo una lunga immersione, l'aria è più buona! Ciao Mupe, bentornato a casa "nostra"!
RispondiEliminaIl tuo rientro a Nduye c'infonde tanta speranza per lo sviluppo integrale dei Pigmey, la popolazione tutta del territorio a affidato. Questo c'impegna a sostenerti non solo con la preghiera. Ciao P. Silvano, buon lavoro!
EliminaUn grazie anche a Francesco per la preziosa colloborazione.