lunedì 13 febbraio 2017

…”Venga il Tuo Regno!”

A parte il piccolo trafiletto scherzoso e provocatorio  sulla pesca miracolosa, la finale del  mio dialogo  con voi (molto vicino al monologo)  apriva uno spiraglio sul lavoro dei volontari.
Forse voi ve ne siete dimenticati. Ma non per questo ci siamo fermati. 

Cosa raccontarvi? Il tempo stringe…e…”Non sunt multiplican
da entia sine necessitate”- ci insegnavano una volta. Il che significa, in sostanza: non si devono fare dei doppioni… Allora faccio un copia-incolla e inserisco qui un messaggio – scritto sempre  a singhiozzi – inviato al gruppo missionario di Nave San Rocco (TN), da dove venivano Maurizio, Nadia e Roberto. Mi avevano chiesto un pensiero  da leggere in un loro incontro. Ne  è uscito un misto di cronaca e di riflessioni. Sembra che questo sia in sintonia con la finalità del blog. A voi il giudizio…
“Non è difficile supporre  che  in questi giorni i nostri pensieri si incrociano in continuazione  al disopra dell’Africa, passando da un caldo torrido a un freddo glaciale e viceversa. Per fortuna  i sentimenti, anche se percorrono distanze continentali,  non sono soggetti alle variazioni atmosferiche e mantengono la freschezza e  la trasparenza della sorgente.
La presenza qui a Nduye di Maurizio, Roberto e Nadia fa da filo conduttore a  questi  pensieri e sentimenti, soprattutto perché, specie  alla sera , seduti sulla veranda della casa, spesso con il sottofondo, in lontananza,  dei canti dei Pigmei, ciascuno di noi apporta il suo piccolo contributo di notizie, di esperienze, di vita vissuta.  Un po’ alla volta ci conosciamo   e vi conosciamo meglio.
Ci viene spontaneo unirci al vostro incontro di domenica prossima. Se la tecnologia, arrivata fino al centro dell’Africa, ce lo permetterà ci faremo sentire con un saluto e un ringraziamento sonoro e visivo. Ma  preferiamo andare sul sicuro e vogliamo raggiungervi con questo scritto.
Senz’altro avrete tante domande da fare a me,  a Maurizio, Roberto e Nadia.  Abbiate un po’ di pazienza. Vi risponderanno loro stessi e presto. Fra dieci giorni riprenderemo la strada di ritorno verso l’Uganda, e, penso, sarà un viaggio sereno, senza la cattiva sorpresa che abbiamo avuto nel venire: il rifacimento del ponte  sul fiume Semuliki è a

buon punto e senz’altro sarà operativo ai primi di febbraio. Ognuno di noi  allora avrà il cuore “gonfio” di ricordi, di volti, di sensazioni forti, di domande tinte di incredulità e di un po’ di amarezza,  ma credo  che ognuno dei TRE avrà la sensazione di aver vissuto un’esperienza bella, positiva, fatta di amicizia di fraternità  e di collaborazione sincera. E soprattutto  la convinzione che “ insieme, si può cambiare”…che anche qui può  sorgere e crescere il Regno di Dio, un mondo nuovo e migliore. In questi giorni ho trovato questa definizione del Regno di Dio: “ è il sogno di Dio sul mondo e sull’uomo”( Ermes Ronchi). Nel  sogno di Dio  non può esserci  posto per la miseria, la sporcizia, l’ignoranza,  la fame,  la malattia, le morti precoci…Da sempre Dio vuole e fa solo cose buone: “ Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (Genesi, 1, 31). Non so se i teologi sono d’accordo, ma per me ormai è diventata un’idea fissa: “Venga il tuo Regno” significa per me creare un piccolo paradiso qui a Nduye! Le condizioni ci sono tutte. E sono  sicuro che “ insieme si può”!
Un passo avanti lo stiamo facendo con Maurizio, Roberto e Nadia. Chi sul cantiere: nella grande officina  di padre Longo stiamo costruendo dei box  di legno, che risponderanno alle varie necessità del futuro convitto per i Pigmei;  chi in cucina e nei vari lavori di casa,  a contatto con quattro  brave mamme, mostrano come si lavora, come si collabora, come si condivide e confermano con la loro  professionalità,  serenità, il  buon umore  e il rispetto per le persone quel principio  che in questi anni  guida e anima la mia presenza in mezzo a loro: kutumika ni furaha = lavorare è gioia!
Ci sono anche dei momenti di relax. In questi giorni si sta svolgendo la CAN (Campionato Africano delle Nazioni). Chi più chi meno si associa al tifo dei Congolesi , qualche volta stuzzicandoli bonariamente  , e anche questo crea amicizia, fraternità.”
Esco dal messaggio, per riprenderlo alla fine e inserire qualche notizia di cronaca.
Abbiamo avuto anche altri momenti di condivisione e di svago.
- Siamo saliti sulla Mukonja. Ho scritto bene: siamo…nonostante i settantotto anni!. Cos’è? Un inselberg = una collina  di roccia  che si innalza, isolata,  al di sopra di un pianura di erosione nelle zone desertiche o tropicali.  Hanno molto apprezzato questa escursione. Da lassù lo spettacolo della foresta è maestoso!  Durante la penosa salita e la penosissima  discesa per distrarci e per esorcizzare la fatica,  pensavamo ad un articolo  per la rivista  del CAI: “Prima invernale di tre trentini sulla Mukonja”
- Sono andati anche a pesca. Io li ho raggiunti più tardi. Molto buon umore e tante scuse. Il guaio è che non hanno nemmeno potuto salvare le apparenza: non  hanno trovato nessun pescatore da cui comprare qualche bel pesce da esibire lungo la strada di ritorno. Per cui,   alla gente che  chiedeva: dov’è il pesce? Rispondevano: “Lo porteranno più tardi i nostri amici Pigmei”.  Lo stiamo ancora aspettando.  Ma hanno visto una distilleria locale e anche assaggiato il prodotto. Da evitare!
- Hanno incontrato gli alunni delle scuole elementari  e hanno portato loro le letterine, i disegni, i doni dei loro “colleghi” italiani.  E Maurizio ha mostrato, con un giusto compiacimento,  ai due neofiti (Nadia e Roberto) le scuole che la spedizione trentina dello scorso anno, di cui faceva parte, aveva realizzato.
- Non potevano partire senza una bella  foto di gruppo. E’ più che una foto ricordo. E’ la prova che i nostri tre hanno stabilito un rapporto di amicizia, di stima, di rispetto con  gli  operai e con la gente. Grazie.
- Nel ritorno,  a Beni, hanno avuto la fortuna di visitare la birreria   Brasimba di cui è direttore il signor Mauro Alesi che ci ospita sempre “sontuosamente” nella sua casa stile “Ardenne”…E non stona nel meraviglioso parco di eucalipti giganti.
Cosa dire ancora? Riprendo il messaggio…Spero faccia bene a qualcuno.

“Grazie di cuore. Siate sicuri che niente andrà perduto. Vi ringrazio per quello che avete fatto e per quello che farete. Credo sia  un privilegio poter collaborare con il Sogno di Dio. Io lo sento così e questa certezza mi accompagna e mi sostiene. Vorrei che anche voi foste sempre animati da questa gioia, da questo sano orgoglio. Non sono fantasie. Sono verità sacrosante: “Quello che avete fatto a uno di questi piccoli, l’avete fatto a Me”. Non mi dilungo in ringraziamenti. LUI, il buon Dio, è una persona bene educata e saprà ringraziarvi meglio di me e ve lo farà capire. Vi affido a Lui e alla Madonna della Roccia che veglia giorno e notte su Nduye e…su  di voi.”
A seguire…


sabato 21 gennaio 2017

Auguri!


Ci sono, per fortuna, delle  ricorrenze che risvegliano dal letargo non solo gli orsi e le marmotte. Mi risveglio anch’io. Sinceramente ho dormito poco dopo il mio ritorno a Nduye, ma  il mio silenzio testimonia contro di me. Forse alla fine di questo breve scritto, qualcuno mi crederà. Anche la  mia vita è fatta di quotidianità, non di monotonia però se c’è un po’ d’animo e di passione, e da questa quotidianità si distaccano dei fatti che meritano di essere segnalati.
Per questo primo contatto del 2017 mi limito a questi fatti, sperando veramente di narrare, in seguito anche la vita di tutti i giorni, che costituisce in realtà il vero tessuto della vicenda umana.

9-11 dicembre. Visita del  Vescovo a Nduye.

Monsignor Janvier Kataka dopo la  chiusura del Sinodo diocesano, ha voluto visitare tutte le parrocchie della diocesi di Wamba  per rendersi conto dello stato di salute delle medesime e per comunicare personalmente decisioni, orientamenti del Sinodo. Una visita gradita, anche perché aspettata da… due anni.  Un’occasione anche per scambiare sui progetti di Nduye, in particolare sul convitto per la scolarizzazione e la formazione dei Pigmei. Si è detto molto soddisfatto dei progressi dei lavori e non solo di questi, mi ha proposto la data per la benedizione e l’ inaugurazione del convitto, assicurando la sua presenza: mese di maggio di questo-anno! Certo, si è rivolto a me, ma trasmetto anche a voi questo suo desiderio. Lasciato solo mi fermerò per strada. Insieme ce la faremo.

25 dicembre – Natale.

Un Natale vero, cristiano.
Abbiamo ricordato la nascita di Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria. Certo, non sono mancati i canti, la gioia, qualche bicchiere e qualche  spesa in più, una bella partita di calcio nel pomeriggio. La comunità dei padri e delle suore ha gustato anche un delizioso e provvidenziale panettone LOISON! Il  tutto in un contesto di familiarità di condivisione.
Da qualche anno, in preparazione al Natale diamo un po’ di lavoro a tutti i Pigmei che lo chiedono. La vigilia ricevono “la mancia” che si volatilizza presto… creando però un’ atmosfera di festa e di euforia. Con i cristiani abbiamo riflettuto sull' urgenza di costruire anche qui a Nduye il Regno di Dio (il “sogno di Dio sull’uomo e sul mondo” lo definisce Ermes Ronchi), e con i genitori, il giorno della Santa Famiglia, abbiamo capito che dobbiamo occuparci di più dei nostri bambini.

28 dicembre: la Madonna della roccia veglia anche di  notte su Nduye.

La  gente del villaggio di Nduye si  è domandata, la sera del 28 dicembre,  per quale incantesimo, all’imbrunire, la statua della Madonna della roccia si era improvvisamente illuminata di una luce abbagliante. Semplicemente non abbiamo voluto aspettare il pannello fotovoltaico e l’altro materiale, che è in viaggio, che ci permetterà un’installazione definitiva e gratuita. Per il momento  ci siamo collegati con la rete “domestica” anche questa alimentata dal Sole amico. Purtroppo le mie insufficienze di fotografo sono evidenti per cui la foto non rende la realtà,  ma vi assicuro che lo spettacolo naturale è affascinante e invita alla preghiera. Ora  ci accompagna e ci è di conforto il pensiero che la Madonna non ci perde di vista un solo  istante e anche noi, se vogliamo, possiamo contemplarla sempre.

2 gennaio 2017. Arrivano Tre… Trentini

In attesa dei Tre Magi, accogliamo all’aeroporto di  Entebbe Tre Trentini: Maurizio (un veterano!) Roberto e Nadia.
Purtroppo il viaggio per il Congo  è subito un’avventura.. La sera del 2 gennaio ci comunicano da Beni che il ponte sul fiume Semliki (affluente del Nilo) è crollato.  Questo imprevisto ci obbligherà ad allungare di parecchio la strada. Quindi anticipiamo la partenza da Kampala. Sveglia all’una e mezzo di notte. Arrivo all’Equatore verso le 9. Sbrighiamo in fretta le formalità alle due frontiere e poi, invece dei soliti 80 kilometri fra Kasindi e Beni, su una strada discreta, dobbiamo arrampicarci su una strada ripida, polverosa e sassosa; sembra una mulattiera. Spesso le ruote  perdono l’aderenza e cominciano a fumare… Qualcuno non osa guardare fuori dal finestrino, verso la valle. Saliamo verso Kyondo, a oltre duemila metri, scendiamo a Butembo e finalmente alle 16 arriviamo a Beni. Le macchine non sono a tenuta stagna per cui siamo tutti impolverati, assetati. Ma ci sembra di essere usciti da un incubo. Il 4 gennaio siamo a Mambasa e il 5 a Nduye… Il 6 cominciano i lavori… e non sono ancora finiti.

Pesca record.

Coincidenza? Provvidenza? Ieri (18 gennaio) nel pomeriggio si è presentato un abitante di Nduye con questo pesce del fiume omonimo:  9,5 Kg  pulito. Nell’Adige, a Trento, ce ne sono di così grandi? Stupore e conferma: “Si sta bene a Nduye”! “ Cosa ci manca?!”




A presto!

venerdì 23 settembre 2016

Tempo di... ferie?

Probabilmente qualche lettore avrà scusato il mio lungo silenzio pensando che sono andato in ferie. Ringrazio costoro per la loro indulgenza, ma per rispetto della verità, devo smentire. Sono  rimasto a Nduye  anche se ho fatto una incursione nel paese vicino (Uganda)  e mi sono spostato all’interno del Congo.
Visto che le notizie sono tante, questa volta mi limiterò a brevi flash.


1 – Ripresa dei lavori.

L’obiettivo convitto per i Pigmei è prioritario in questo momento,  ma la realizzazione è condizionata dalla… finanza. Per fortuna – o per Grazia di Dio – alcuni commercianti di Mambasa e di Nduye  mi hanno dato una mano. I muratori e i falegnami non si sono fatti pregare. Il 23 luglio erano qui!
Tappa attuale: rifare il tetto dell’antico atelier della scuola di Padre Longo. Molte lamiere erano… volate via; parecchi travetti erano marci. Vista la necessità di rifare il tutto, abbiamo pensato di privilegiarne un versante , rendendolo più lungo, rispetto all’altro,  per poter raccogliere più acqua nella futura cisterna che alimenterà i vari servizi del convitto.
Abbiamo ottenuto il permesso di  abbattere una decina di alberi di mogano e di iroko per fare le capriate; un amico ci ha dato una mano per ricavarne  le assi, le travi e i travetti. Gli alberi erano  al di là del fiume; abbiamo fatto ricorso alla fantasia e con una zattera abbiamo trasbordato il tutto, con grande gioie e allegria dei traghettatori. (Vi accludo la foto dell’atelier prima dei lavori e una foto del trasporto delle assi sul fiume).

Prima...
... dopo!!!

giovedì 14 luglio 2016

Tempo ordinario…

Un mese di giugno ostico che mi ha un po’ stordito. Riprendo con calma la vita ordinaria…in attesa di giorni e avvenimenti più stimolanti.

Viaggio a Kinshasa, dal 10 al 24 giugno.

foto d’archivio con il Ministro Maker Famba
Era in programma da parecchio tempo, ma la presenza degli operai mi aveva sempre impedito di realizzarlo. Premessa. Dal 2008 sono responsabile delle scuole cattoliche del territorio di Mambasa. Questo  impegno mi ha portato a contattare le autorità locali e soprattutto i responsabili nazionali dell’Insegnamento, per avere l’autorizzazione di apertura di nuove scuole  e per inserire nel bilancio statale il dossier dei nuovi insegnanti. E’ sempre stata una battaglia dura, fatta di tante speranze, promesse e qualche risultato. Forse sono stato ingenuo, ma mi sembrava logico e normale prendere le parole di un Ministro e/o di un direttore generale come… parole sacrosante! Qualcuno, anche al Ministero dell’Educazione nazionale mi metteva in guardia contro le promesse dei “politici”, ma  preferivo stare dalla parte della speranza e dell’ottimismo fino alla fine.

venerdì 10 giugno 2016

Kwa heri…fratel Renato!

27 maggio! 
Era nell’aria da un po’ di tempo. Fratel Renato taceva, minimizzava, ma quanti gli stavano attorno capivano che c’era qualcosa che non andava. Ma tutti sapevano anche che ogni giorno in più a Nduye, per lui era un regalo. La settimana prima di Pasqua ha avuto un malessere molto serio. C’era in zona il nostro padre economo generale, italiano, che proprio in quei giorni doveva ritornare in Italia. Pensavamo fosse l’occasione buona per farlo rientrare. A lui non è sembrato il caso. Non abbiamo insistito. Ma verso il venti maggio il malessere si è ripresentato. E allora anche lui, con tanta tristezza, ma nello stesso tempo con tanta serenità e dignità ha accettato di rientrare in Italia. L’ho accompagnato a Kampala e ha preso l’areo il 27 maggio sera. Ora si trova a Bolognano (Trento) per controlli, analisi, riposo. Era arrivato in Congo nel 1964. Lo lascia, probabilmente per sempre, nel 2016: cinquantadue anni d’ Africa! Mi sembra che questo dato valga più di tante parole. 
Kwa heri (arrivederci) Renato. 

domenica 22 maggio 2016

Di nuovo in onda…

Mi sembra doveroso dirvi subito la ragione di questo lunghissimo silenzio. Semplice: eravamo senza connessione internet dal 26 aprile. E’ stata ripristinata martedì 17 maggio. Usufruiamo di un provider keniano e il suo rappresentante è a Bunia (240 Km da Nduye). In caso di panne abbiamo una sola soluzione: attendere. Nel frattempo la vita è continuata, per fortuna senza nulla di grave, almeno qui da noi, mentre nella zona di Beni (Nord-Kivu) la situazione non è per nulla serena. E il futuro è…oscuro! In novembre ci dovrebbero essere le elezioni del Presidente. Ma non se ne parla neppure. La Costituzione prevede che alla scadenza del mandato del Presidente (nel nostro caso, il 16 dicembre 2016 e non può essere rieletto visto che ha già fatto due mandati) le sue funzioni siano assunte dal Presidente del Senato. Interrogata sul caso, la Corte Costituzionale – ligia al regime - ha stabilito che il Presiedente della Repubblica può continuare a restare in carica ed esercitare normalmente le sue funzioni fino alla tenuta delle prossime elezioni. E, visto come stanno le cose, Lui non avrà certamente fretta di organizzarle! 

domenica 10 aprile 2016

Maria, mama wa huruma…

Cari amici, questa volta devo proprio ricorrere a un procedimento che si usa nei film: il flashback. Per bloccare il tempo che corre inesorabilmente vi annuncio  oggi la lieta  notizia più recente. Poi  un po’ alla volta, ritornerò sugli avvenimenti passati fino a ritrovare  il PK (Point Kilomètrique) - dove ci eravamo lasciati. Qual è questa bella notizia? Padre Longo,  sabato 22 agosto 1964 scriveva nel suo diario:
Alla Madonna faremo una grande grotta, scavandola al vivo nell’enorme roccia che si trova tra la chiesa e la casa. Non ho mai sentito in me una fiducia così grande nella Madre di Gesù anche perché vedo chiaramente che il pericolo per la Missione è grande e sperare di uscire indenni è sperare contro ogni speranza…